giovedì 10 luglio 2008

La presenza francescana a Lucera

Sono oltre sette i secoli di storia e di presenza a Lucera dei seguaci di San Francesco d’Assisi, più o meno equamente distribuiti nei tre Ordini dei Minori, Conventuali e Cappuccini. Molte le testimonianze scritte e soprattutto architettoniche di una comunità che ha lasciato segni in quasi tutti i quartieri della città e che oggi è invece “ridotta”, per le figure strettamente religiose, ai soli tre frati minori del convento del Santuario di San Francesco e a un “pendolare” che frequenta la chiesa della Pietà. Ancora una volta uno studio sui successori del Poverello di Assisi arriva dall’Istituto Tecnico Commerciale “Vittorio Emanuele III” diretto dal professor Tonino Tolve, ormai da decenni tra i maggiori promotori del Centro studi San Francesco Antonio Fasani.
Dopo le “Testimonianze di ieri” sul Santo lucerino, a cui hanno fatto seguito quelle “di oggi” pubblicate lo scorso anno con il coinvolgimento di alunni, docenti e genitori, l’Istituto di Viale Dante ha chiuso una sorta di trilogia indagando proprio su “La presenza francescana a Lucera”. Il volume analizza, fin dagli albori della nascita del francescanesimo, come questo sia sorto e si sia sviluppato a Lucera, attraverso racconti e analisi dei principali immobili ecclesiastici.
I conventi del Santisissimo Salvatore, della Pietà, dei Cappuccini, l’attuale chiesa di San Pio X e l’intero complesso di San Francesco sono passati sotto la lente di ingrandimento degli alunni del corso di geometri che hanno riprodotto graficamente disegni e prospetti delle strutture, senza contare le ricerche storiche e artistiche legate a questi veri e propri monumenti.
“Il progetto mira a far conoscere agli alunni la genialità del popolo lucerino – ha scritto Tonino Tolve nella prefazione – attraverso uno studio delle attività svolte nella città dalle varie famiglie francescane nel corso dei secoli. Tutto questo non per mera erudizione ma perché prendendo coscienza del passato, i giovani possano comprendere meglio e giustificare la loro complessa spiritualità e programmare il loro futuro con quei valori e ideali che hanno caratterizzato il cammino faticoso, e spesso drammatico, dei loro padri”.

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